Il segno, il sogno

 

Sogno un cimitero di campagna e io la, io qua, io e te vento nel vento, io e te nodo nell’anima. Che c’entra Battisti? Perché non è stato ancora estradato dato che è comunque morto come un Dio che è morto? Non posso non pensare alla reunion dei Pooh, al fumo e all’odore caldo qui di dolci e di caffè nero bollente. Mi perdo, perdòno, pèrdono, apri e chiudi le vocali, open the window, close the door, the cat is on the table, open the cat, close your eyes and I’ll kiss you, tomorrow I’ll miss you. I miss you and I miss la missionaria e le altre tue posizioni, compresa quella che avevi nei confronti della politica dei paesi baltici riguardo alla crisi in medio-oriente.  Ti ho amato il tempo di un 45 giri d’estate consumato in un juke box di periferia. Ascoltavi Riccardo Fogli appoggiato al bancone del bar con un estathè scaduto nel ’73. Eri bello come il sole del mattino in un giorno di nebbia, eri alto come un cipresso toscano tentennante al vento di Van Gogh. Entrai nel bar tutta trafelata, avvolta come al mio solito nel cellophane nero che riusciva a stento a trattenere le mie grazie. Ordinai del latte tiepido in tazza grande senza schiuma servito da un barista elvetico di madre creola, all’improvviso  i tuoi occhi incrociarono i miei, capii solo in un secondo tempo che eri strabico. Non so perché fra noi non è funzionato, eppure abbiamo provato in tutti i modi, in tutti i luoghi e in tutti i laghi a mandare avanti la nostra storia di vacca Vittoria, morta la vacca, finita la storia, finito il formaggio.  Chissà perché mi ritorni in mente, chissà perché me te ariproponi come l’abbacchio con le cotiche di mammà.

Forse la reunion dei Pooh è un segno e così  ti vengo a cercare anche solo per vederti o parlare, perché ho bisogno della tua presenza, per capire meglio la mia essenza.

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