Mascherine

Siamo ciò che indossiamo anche quando non lo indossiamo. Vestiamo nudità che rivelano ciò che, ineluttabilisticamente, cerchiamo di celare dietro creme gel che lubrificano i nostri sederi ricchi di cellulite anche nei corpi ormai saturi di zolfi pindarici e veli introspettivi. Che epoca signora mia! Mi scusi se ho suonato, ma non so che cosa sia la voglia di parlarle che mi ha preso. È stato come un fuoco che si è acceso … e io ardo e lardo per te che sei il mio presente, per te la mia mente e come augelli leggeri fuggon tutti i miei pensieri. Il sesso è compromesso da uno stato di possesso che, con permesso in un loculo annesso, richiama il nostro amplesso. Ah donna tu sei mia! E quando dico mia dico che non via più via. E’ meglio che rimani qui a far l’amore insieme a me, è meglio un uovo solo per tutti anche per me che ho il colesterolo alle stelle che sono tante, milioni di milioni. Cosa sarà che fa crescere gli alberi, la felicità, che fa morire a vent’anni anche se vivi fino a cento? Ah che sarà, che sarà che vanno sospirando nelle alcove, che vanno sussurrando in versi e strofe, che vanno combinando in fondo al buio. Que sera, sera, whatever will be, will be. The future’s not ours to see.
Que sera, sera e sarà sarà quel che sarà. I ricchi e i poveri, gli onesti e i disonesti, i malati e i sani, Gianni e Pinotto, Julie & Julie, siamo in un epoca di divisioni e io sono discalculica. Ormai nessuna caseomorfina può addolcire il mio mal de vivre, nessuna gluteomorfina potrà tirarmi su, neanche il gluteo di quel nibelungo australiano che tiene il cacio con una mano e con l’altra mi accarezzi il viso, con una specie di sorriso.

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